Mi piace pensare alle aziende come un sistema che muta nel tempo, in base alle condizioni del settore e dell’ambiente, oltre ai cambiamenti nella realtà delle persone che ne fanno parte. Questa mutazione a volte avviene senza troppi sforzi, altre volte va spinta, in entrambi in casi dovrebbe essere organizzata e guidata.
Dal sondaggio realizzato da Assochange nel 2018, il 48% degli intervistati decide di portare avanti un processo di cambiamento per abbracciare la trasformazione digitale e innovazione tecnologica, seguito dal 38.8% che lo fa per ridurre i costi e renderli più efficienti e dal 31,1% che lo fa per far adattarsi alle nuove richieste dei clienti.
Come applicare il Change Management?
Ci sono diverse metodologie che parlano degli step da seguire per portare a buon fine un processo di cambiamento in azienda, in linea di massima possiamo identificare quattro elementi fondamentali che si ripeteranno in continuazione nell’evolvere della realtà aziendale:
- Individuare il cambiamento: sembra ovvio, ma non lo è. Titolari e manager devono essere presenti e attenti ad individuare i cambiamenti, dovrebbero essere in grado di anticipare per essere tra i primi a cavalcare le nuove onde del mercato. Tal volta succede che, immersi nella routine quotidiana, non alziamo la testa per guardare oltre. Sono loro i primi a dover essere ingaggiati e a comprendere che devono mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari per avviare il cambiamento e portarlo a buon termine, sapendo anche che potranno esserci momenti di difficoltà.
- Comunicare: per iniziare con il piede giusto, il cambiamento non deve essere imposto, deve esserci condivisione. Tutti in azienda devono comprendere le motivazioni che portano ad avviare un processo di questo tipo, capire quali sono i vantaggi che si otterranno e anche le difficoltà che troveranno strada facendo.
- Formare: per creare un piano di formazione che supporti il cambiamento prima deve esserci un’analisi della situazione attuale. Questo punto lambisce il precedente nella fase iniziale, quella dove si deve prima creare coscienza della necessità di cambiare. Il piano formativo deve lavorare su ogni singola persona, per far sì che abbiamo a disposizione il know how e gli strumenti necessari per far fronte al cambiamento.
- Consolidare una nuova cultura: mi riferisco al consolidare questa competenza in azienda, che diventi un fattore strategico che porti ad avviare nuovi processi ed implementare l’innovazione senza paure. Dove la pianificazione e determinazione ci permettano configurare una cultura aperta al cambiamento.
Il fattore comune nei processi di Change Management
Nei quattro punti elencati in precedenza, il fattore comune è la persona. Quando parliamo di cambiamento non stiamo solo di parlando di inserire nuovi strumenti, stiamo parlando di creare e rafforzare un nuovo modo di approcciare la innovazione, qualsiasi essa sia. Ruota tutto intorno ai collaboratori, il cambiamento deve partire da loro, non dagli strumenti che mettiamo a disposizione.
Se implementiamo il cambiamento tenendo in considerazione le persone che saranno coinvolte, la resistenza al cambiamento sarà minore. Perché, assumiamolo, il cambiamento produce un po’ di ansia; uscire dalla propria zona di confort crea preoccupazione ed incertezza. Perciò, qualsiasi processo di Change Management deve tenere in considerazione le resistenze che possono sorgere, valutarle, saperle gestire e dare tempo alle persone per adattarsi.