Estratto del reportage di SenzaFiltro per il numero speciale del 8 marzo

Donne sbagliate nel posto giusto

Raccogliamo le testimonianze di alcune donne che hanno dovuto lottare per affermarsi contro lo status quo. Donne sbagliate, appunto.

Non sai quanto una “sliding door” possa cambiarti la vita, ma se sali sul treno sbagliato a volte succede che non vada così male.

Nell’epoca delle soft skill e dei recruiter che paradossalmente vogliono (ancora) solo professionisti dannatamente “in linea” con la ricerca che è stata commissionata loro, è forse possibile cambiare prospettiva: mettere la persona non allineata e perciò “sbagliata” nel posto giusto potrebbe rivelarsi la soluzione ottimale e magari rivoluzionaria.

Se anche Elio Germano a Berlino, dopo essere stato premiato con l’Orso d’argento come miglior attore per l’interpretazione del pittore Antonio Ligabue, ha dedicato il suo premio “a tutti gli storti, a tutti gli sbagliati”, è molto probabile che il cambio di prospettiva risulti davvero vincente.

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La resilienza di Carolina Bussadori

Ma se a nord del mondo abbiamo riportato storie conosciute, dal sud del mondo ci piace raccontare una storia un po’ meno nota: quella di Carolina, che dal Sudamerica (nel dettaglio dall’Argentina) è arrivata in Italia.

“Nel 2001 la nostra famiglia di imprenditori dalla mattina alla sera si è ritrovata a perdere tutto a causa della grave crisi economica che colpiva l’Argentina, e così con mio marito abbiamo deciso di venire in Italia, precisamente in Umbria. Nonostante avessi la cittadinanza italiana – con i miei nonni paterni di Modena e materni di Città di Castello – e fossi laureata, ho fatto fatica a trovare lavoro non appena ci siamo trasferiti in quella regione molto chiusa e referenziale, come ho già raccontato proprio in un mio articolo su questo giornale.”

Il marito di Carolina dopo tre giorni in Italia trova subito lavoro, mentre a lei occorre un anno. In diversi, se non quasi in tutti i colloqui, una domanda le viene posta immancabilmente: “Vuoi avere figli?”.

Carolina arriva in Italia a 23 anni e queste domande la colgono tutt’altro che impreparata. “Dopo un anno ho trovato lavoro in una società di consulenza di Firenze per la vendita dei loro prodotti e servizi. Ho iniziato a lavorare con loro, ma poi ho deciso di lasciare il mio primo lavoro pur non avendo un’alternativa, perché c’erano troppe criticità. Invece nei successivi lavori che ho trovato, non appena mi chiedevo se non fosse giunto il momento di cambiare, mi arrivava una nuova offerta di lavoro, ma poi nel 2010 ho deciso di mettermi in proprio”.

Carolina decide di intraprendere la sua nuova carriera professionale basandosi sulle sue competenze in risorse umane e organizzazione aziendale: “La parte soft delle risorse umane: come gestire una persona, come motivare la persona giusta al posto giusto”. Inizia così a studiare i potenziali strumenti a supporto della sua attività, andando alla ricerca di qualcosa di innovativo che, soprattutto, non fosse ancora presente sul mercato italiano. E così scopre PDA.

“È un assessment comportamentale di cui oggi sono distributore esclusivo: non è stato facile. Ho macinato tanti chilometri, bussato a tantissime porte, con faccia tosta, senza chiedermi che cosa avrebbero pensato dall’altra parte, insistendo, consapevole che io lavoravo da sola, non c’era nessun grande nome alle mie spalle, ero semplicemente Carolina Bussadori. Rimanevo concreta nell’esposizione, senza fare tanti giri di parole, trovando le soluzioni necessarie in modo semplice. Adesso lo strumento è conosciuto”. Carolina, da sola, con le sue forze, con la sua tignasenza paura è riuscita a entrare anche da clienti di fama internazionale, come per esempio “Marelli, Data Logic, Sisal e altri con cui siamo ancora in fase di trattativa”.

L’Umbria non è strategica per muoversi sia con l’auto che con il treno, e secondo Carolina a livello logistico è un disastro. “Ma non lascio l’Umbria, perché come qualità della vita per me rimane unica; dovrebbero esserci dei vantaggi importanti per traslocare da qui, ma non ne ho trovati.”

Carolina si sente la donna sbagliata al posto giusto: “Ho dovuto stravolgere completamente il mio modo di fare per ottenere risultati. Resilienza e spirito di adattamento credo di averli nel DNA”.

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Ringrazio Norman Di Lieto per questa opportunità.

Photo by Andrej Lišakov on Unsplash