Questa parola è diventata di tendenza nell’ambito della crescita personale, ed oggi la possiamo usare come metafora per il lavoro che spetta agli HR: trovare il modo di instaurare nella cultura aziendale la gentilezza e l’attenzione verso l’altro, attraverso programmi disegnati a far sì che i collaboratori si sentano apprezzati, importanti ed ingaggiati.

Tuttavia, la gentilezza non è una prerogativa dei vertici aziendali o degli HR, si tratta di un modo di fare che tutti noi dovremmo mettere in atto; a prescindere del nostro ruolo in azienda, in società, in famiglia.

Creare una cultura della gentilezza in azienda contribuisce considerevolmente a migliorare il benessere del collaboratore in azienda, oltre ad aiutare a ridurre problemi psicosociali. Lo stress, ad esempio, che è considerata la malattia del XXI secolo dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro, può essere combattuto (anche) attraverso il benessere in azienda.

La gentilezza favorisce un ambiente di lavoro armonico, promuovendo la collaborazione nei team di lavoro oltre a migliorare il benessere delle persone. Questi sono alcuni degli effetti benefici, non solo verso chi riceve gentilezza, ma anche su chi agisce in questo modo.

Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso, perché la gentilezza può generare gentilezza tanto quanto la violenza genera violenza.  (Anne Herbert)

Cosa significa essere gentili?

Il Vocabolario Treccani in una delle sue attribuzioni, parla di una persona che, nel trattare con altri, ha modi garbati, affabili, cortesi.

Sono modi che nella nostra vita di tutti i giorni, talvolta frenetica, o per paura di essere giudicati come “deboli”, li mettiamo da parte. Ma non solo, alcuni di noi abbiamo stili di comportamento che ci portano ad essere meno attenti a questi modi garbati. Credimi, ne so qualcosa.

Essere gentili non è una debolezza, anzi… ci permette di creare connessioni positive con le persone.

La determinazione, la velocità nel fare le cose, il fare tante cose insieme, l’orientamento al risultato, la competitività… sono alcuni esempi di quei comportamenti che sono all’opposto della gentilezza. Significa che dovremo fare maggiore attenzione, magari rileggere la mail una seconda volta per aggiungere qualche parola gentile, essendo sempre determinati. 😉

Come allenare la gentilezza

La buona notizia è che possiamo allenarla, perché davvero basta poco per metterla in atto. Secondo me il primo passo è prendersi il tempo necessario per vedere l’altro. Vederlo in senso profondo, comprendendo che il tuo modo di fare può arricchire la sua giornata, è anche la tua.

Donare un sorriso, una parola gentile, offrire un caffè, chiedere al tuo interlocutore come sta e ascoltare la risposta (ascoltando fino in fondo), far passare davanti a te nella cassa la persona che ha solo due cose da comprare, sono alcuni esempi di quello che puoi fare senza tanti sforzi.

La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza di pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore. – Lao Tzu

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