Qualche settimana fa un cliente mi ha chiesto qualche libro da leggere riguardo l’influenzare l’altro, non un libro sulla leadership. La stessa richiesta mi è arrivata da un altro cliente qualche giorno dopo. Queste richieste mi hanno fatto riflettere su questo argomento trito e ritrito.

Il tema della leadership è stato molto dibattuto nelle organizzazioni come un aspetto di maggiore produttività. I collaboratori di un’organizzazione non sono più interessati solo al buon salario, ma si aspettano azioni volte alla valorizzazione e all’autorealizzazione sul posto di lavoro.

Cosa è la leadership?

Per arrivare ad una definizione aggiornata, prima dobbiamo fare qualche passo indietro e capire come evolse questo concetto nell’arco del tempo per far fronte a determinate macro-situazioni e bisogni e obiettivi.

Inizialmente, la necessità di cibo e sicurezza portò alla nascita dei primi leader della storia che avevano particolarità che li rendevano diversi dal resto del gruppo: in alcuni erano uomini forti e in altri erano caratterizzati dalla loro saggezza.  Secoli dopo lo sviluppo della tecnologia e della scienza, le società già formate diedero spazio a leader che guidavano il dominio di altre società o la sua difesa.

Oggi il sostantivo Leadership indica l’azione o influenza necessaria per dirigere o organizzare lo sforzo (comune) in un’intrapresa di carattere collettivo, mentre il Leader è the one who leads in tutti i significati del verbo inglese, il più generale dei quali è to cause to go along with oneself, cioè ‘farsi seguire’. (Treccani)

È semplice intuire che la evoluzione del concetto ha portato con sé la evoluzione delle caratteristiche che deve avere il leader.

Ha senso parlare ancora di leadership?

Secondo me sì, ma con una distinzione importante. Fino ad oggi abbiamo parlato di leadership dandogli anche un aspetto gerarchico, il capo per intenderci (colui che ha l’autorità di comandare e richiedere l’obbedienza di gruppo).

La leadership è una questione di fondamentale importanza nelle organizzazioni, in quanto è collegata al successo o al fallimento nel raggiungimento degli obiettivi definiti. Oggi, con l’ingresso dei millennials al mondo del lavoro ci troviamo davanti alla necessità di leader trasformazionali, che indichino la direzione del successo, esercitino disciplina, pazienza, impegno, rispetto e umiltà. Una persona che ispiri e motivi gli altri per lasciare un segno nel mondo.

L’evoluzione in atto riguardo questo concetto risiede nel maggior potere di influenzare e creare fiducia negli altri, togliendo importanza alla gerarchia. Puoi influenzare senza essere un leader e puoi essere un leader (capo) senza influenzare, ma non puoi essere un buon leader senza influenzare. Sono le soft skills ad essere importanti: empatia, capacità di comunicazione e di far convergere obiettivi personali e professionali, sono alcuni esempi.

Creare un buon clima aziendale richiede che i leader si impegnino nell’influenzare le persone più che nel controllarle.